“Mi chiedi qual è stato il mio progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso.”
- Seneca
L'Autostima è una vera e propria esperienza di amore verso se stessi e le proprie fragilità. Questo è un aspetto importante e fondamentale per un’esistenza piena e consapevole, avere una buona stima di sé è fondamentale per vivere un benessere psicofisiologico .
L’autostima nasce dal bisogno di sentirci capaci e degni d’amore . Ci accorgiamo quando ne abbiamo a sufficienza poiché tutto sembra scorrere serenamente nella nostra vita: lavoro, amici, famiglia , hobby,ect. Quando la perdiamo ci sentiamo sfiduciati, sembra che le cose vadano a rotoli e le nostre relazioni hanno tutt' altro sapore. In letteratura di fatto fioccano libri su come costruire la propria autostima poiché a tutti almeno una volta nella vita capita di sperimentare all’improvviso una ventata di insicurezza e di inadeguatezza che si appropria della nostra vita.
Dal punto di vista cognitivo essa implica una valutazione di se stessi nella relazione con l’altro e con l’ambiente sociale e ciò che desideriamo capire è:
infatti tendiamo in maniera automatica e spontanea ad interagire con chi conferma l’idea che abbiamo di noi, anche in caso di autovalutazioni negative. Ciò significa che se penso di essere in gamba frequenterò persone che me lo confermano, ma se penso di non esserlo frequenterò comunque persone che mi confermano l’idea di me.
Nei numerosi libri riguardo questo argomento troverò che le componenti psicologiche principali dell’autostima sono:
L’autostima è collegata a vari schemi mentali differenti fra loro ,che hanno a che fare con l’esperienze di vita precoci fatte nel corso della nostra infanzia in famiglia o con le prime interazioni sociali: scuola e pari. Tali schemi agiscono come veri e propri virus che annebbiano la lettura della realtà.
Molte ricerche ci dicono che riusciamo a preservare la nostra autostima se tendiamo a captare e ricordare meglio i successi e i consensi e ad attribuire i meriti a noi stessi e gli insuccessi alle cause esterne. Inoltre ci sono persone che sembrano aver buoni livelli di autostima a prescindere dall’immagine che hanno di loro, nonostante facciano un lavoro modesto e non godano di grandi posizioni sociali o di particolare approvazione sociale. Altre persone presentano bassa autostima pur avendo una buona posizione sociale, economica e lavorativa. Risultano più insicure e autocritiche, magari hanno l’idea di non aver fatto abbastanza o per chi risulta più punitivo di non avere il diritto di esistere. Quindi, possiamo affermare che mantenere una buona autostima non ha sempre a che fare con i risultati raggiunti ma con aspetti emotivi e cognitivi pregressi.
In particolare, ad esempio molti studi suggeriscono che il grado di autostima dipenda molto dagli obiettivi che ha raggiunto il genitore del nostro stesso sesso. Il modo con cui ci siamo confrontati con il genitore e se nel corso della nostra crescita abbiamo raggiunto risultati migliori dei nostri genitori, a livello scolastico e in termini di status. Infatti, coloro che raggiungono risultati migliori del proprio genitore dello stesso sesso tendono ad avere livelli di autostima più alti. Quindi, se ad esempio provengo da una famiglia meno scolarizzata e più povera o modesta probabilmente avrò un vantaggio rispetto a questa componente psicologica e nei miei traguardi sentirmi “importante”, soddisfatto e orgoglioso di me. Diversamente se sono cresciuto in un ambiente privilegiato, ricco e scolarizzato e ho raggiunto obiettivi medi potrei sentirmi inadeguato e provare vergogna per il mio status e cadere nella trappola del fallimento.Cominciare a credere che non sarò mai all’altezza dei loro standard elevati e quindi smetterò di provare a raggiungere dei traguardi e mi arrenderò.
Un altro meccanismo importante ha a che fare con il confronto con il gruppo di pari. Se prendo in considerazione le persone che hanno più o meno lo stesso livello economico, culturale e vivono nella stessa area del mondo in cui vivo io, questo avrà un peso nella valutazione di me stesso, infatti quando qualcuno che conosco ha un successo posso cadere nel pericolo dell’autocommiserazione e della critica verso di me e i miei traguardi raggiunti meno prestigiosi. Potrei diventare punitivo e sentirmi al di fuori del gruppo, un fallito. Una cena coi vecchi compagni delle medie potrebbe diventare un momento di dolore se nella vita le cose non sono andate benissimo in termini scolastici , di lavoro o di vita familiare.
Ma il fattore determinante è come siamo stati amati da bambini. Troppo spesso l’amore genitoriale è condizionato dai risultati raggiunti dal proprio figlio, quindi da bambini se siamo stati più agili e coraggiosi degli altri bambini, se abbiamo imparato ad andare in bici o a nuotare precocemente, tanto più loro ci avranno lodati o valorizzati. Se le cose non sono andate secondo le aspettative genitoriali la loro delusione può aver aperto qualche ferita alla nostra autostima, per i genitori esigenti le pagelle e i voti scolastici vincolano l’amore che è legato esclusivamente al risultato. Quindi, i nostri genitori possono averci insegnato a correre verso obiettivi sempre più alti e severi senza godere dei risultati raggiunti e senza riuscire a comprendere il nostro valore personale. Potremmo aver sviluppato dei pensieri che agiscono come dei veri e propri virus riguardo l’approvazione sociale, il chiedere troppo a noi stessi, il fallimento e sentire costantemente il bisogno di impressionare tutti e di dovere essere sempre i primi senza mai provare gioia e soddisfazione.
Un fattore protettivo per ogni persona è sicuramente aver ricevuto amore incondizionato da quando siamo nati, perché se abbiamo fatto l’esperienza di essere stati visti, accuditi, amati e sicuri per quello che siamo ciò ci porterà a sentirci felici semplicemente per il fatto di esistere. Ciò ci farà sentire capaci e ci darà la certezza che abbiamo un valore per l’altro nella relazione. Anche le esperienze negative come un divorzio o un fallimento verranno vissute con grande sofferenza ma non diventeranno traumatiche.
Quindi, se non siamo stati nutriti d’amore incondizionato potremmo sviluppare delle trappole che ostacolano il raggiungimento di alcuni obiettivi oppure anche se tali obiettivi sono raggiunti potremmo non riuscire a godere del soddisfacimento di tali traguardi.
Concludendo, la nostra autostima non cambierà solo attraverso l’esperienza di successo professionale o economico raggiunto da adulti , ma sarà fondamentale riguardare come sono stati soddisfatti nel corso della nostra infanzia il bisogno di sentirsi competente , di avere successo e padronanza negli ambiti quali scuola, tempo libero, di sentirsi parte di un gruppo condividendone valori e interessi. E’ importante il senso di fiducia di base e accettazione che abbiamo sperimentato con i nostri genitori o caregiver. Rivedere queste esperienze può aiutarci a comprendere quello che siamo oggi e mettere in atto esperienze correttive riguardo la nostra autostima senza ricadere nelle stesse trappole.
Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a
Latina
Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a Latina
Iscritta dal 2007 all’Albo degli Psicologi del Lazio iscritta da 08/02/2002 con il numero 24883
Laureata in Psicologia Sperimentale e Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
P.I. 02561760592
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